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Vittoria Colonna
Una recente scoperta della ricercatrice Salerno che ha analizzato una famosa opera conservata nel Department of Prints and Drawings del British Museum, tradizionalmente catalogata come ritratto di Vittoria Colonna, datato 1525 e attribuito a Michelangelo. Vittoria, fu intima amica di Michelangelo Buonarroti. Donna dal grande carisma con i suoi componimenti letterari e la sua fede riformista, influenzò un cenacolo di artisti che contava i nomi più prestigiosi del suo tempo. Nel 2018 uno studio dell’università di Porto Alegre in Brasile, aveva individuato nel foglio un autoritratto dell’artista. Ma dai recenti studi, incrociando importanti documenti d’archivio e comparandoli col disegno grazie allo studio di fondamentali discipline, come: l’araldica, l’emblematica e l’iconografia di luoghi e personaggi storici. Sono stati individuati diversi tipi di tratto, inchiostri e colori usati, tra cui la sanguigna. Ricostruendone la sovrapposizione, si evince la creazione di un “cuore” del disegno, che contiene il “messaggio della torre” e i successivi tratti realizzati per “camuffarne” la presenza. Pieghe e volute della stoffa dell’abito della protagonista del ritratto, soprattutto nella zona del seno e del ventre. Ha riprodotto la torre esattamente per come si stagliava e nell’angolazione precisa che si aveva nel 1500 arrivando in barca dal castello di Ischia verso Torre Guevara. Secondo la storiografia, Michelangelo e Vittoria Colonna si sarebbero conosciuti solo dopo il 1530, ma c'è chi sostiene che si siano conosciuti addirittura alle nozze di Vittoria nel castello aragonese dell’isola di Ischia nel 1509. Il 1525 fu un anno cruciale per la marchesa di Pescara. La sua lealtà all’imperatore Carlo V l’aveva resa bersaglio di nemici potenti – afferma Salerno – poiché convinse suo marito a rifiutare il trono di Napoli, che gli era stato offerto in cambio del tradimento dell’imperatore. Nel novembre chiamata a Milano al capezzale del coniuge morente, forse avvelenato, lei stessa stava per cadere in una trappola volta a eliminarla”. Partita dal castello verso il nord, venne raggiunta a Viterbo dalla notizia della morte del coniuge e tornò indietro. Secondo la tesi della ricercatrice, il disegno – con la torre, la colonna e l’allusione all’isola – sarebbe stato inviato alla nobildonna come un avvertimento cifrato. “Un modo sicuro per dirle di non proseguire verso Milano e di tornare nel castello, luogo protetto. All’epoca – prosegue -, era comune inviare messaggi nascosti in oggetti o immagini. Per Michelangelo, nascondere un indizio in un proprio disegno equivaleva a firmarlo implicitamente. Un testo scritto, infatti era maggiormente intercettabile. La scelta della nobile di rientrare improvvisamente a Ischia potrebbe quindi trovare oggi una spiegazione maggiormente plausibile.
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